Buongiorno! Sto impiegando il tempo della quarantena, tra le altre cose, seguendo dei corsi online. Ieri mattina ho seguito una lezione su alcuni strumenti narrativi da usare in psicologia, e mi ha colpito molto. Io scrivo da sempre e conosco bene il potere salvifico e catartico della scrittura, in ogni sua forma (poesia, diario, storie, brani, etc.), ma è pur vero che é difficile insegnarlo agli altri. Molti pensano che bisogna avere determinate conoscenze per scrivere. É vero, ma anche no, dipende dal nostro obiettivo. Se uso la scrittura per esprimere le mie emozioni, nessuno può vietarmelo, anzi! É un’ottima cosa. Spesso magari non si sa da cosa partire. Io per trovare l’ispirazione utilizzo la musica, le immagini o spesso l’input parte da quello che scrivono gli altri, mi basta una parola, mi basta un’emozione. In questi giorni viviamo sicuramente una situazione assurda, nuova, che ci priva della possibilità di pianificare il futuro, ma non di sognare. Sono giornate cariche di emozioni. Ma come esprimere queste emozioni in maniera ageguata? Possiamo proprio utilizzare la scrittura a partire da una tematica, é un compito che possiamo anche dare a un bambino. Io ieri sono partita dalla parola CASA, una parola molto carica di connotazioni e significati, sopratutto in questi periodo, e di getto ho scritto questo:
Casa
Quel luogo verso cui
Fare ritorno
Dove farsi abbracciare dalla sicurezza.
Luogo caldo e accogliente.
Lì posso essere chi sono.
Adesso
Casa
Sei tutto.
Fuori é pieno di cose
Indicibili, invisibili, confuse.
Terremoti continui
Ci scuotono
Pericoli ci assalgono.
Basta tornare a te
Casa
Che tutto passa
È nessuno può nuocermi.
Volete provare anche voi?
Potete usare la stessa parola o qualsiasi altra parola che abbia a che fare con quello che siamo vivendo (quarantena, coronavirus, etc.).
Se vi fa piacere condividerla con me, scrivetemi:
Tiziana.montalbanopsicologa@hotmail.it
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